giovedì 13 settembre 2012

Il Buon Consiglio di Acquarica


"Tutto il mondo cattolico deve conoscere questa storia". Era questo il pensiero fisso che risuonava nella mente di Monsignor Marino Paglia (1781-1858), arcivescovo di Salerno, originario di Sternatia.
Ecco perchè egli volle pagare personalmente la ristampa di un libretto, la "Compendiosa Historia del Martirio che nel 1480 incontrarono per la Santa Religione Cattolica Ottocento e più naturali della Città di Otranto", composto dal sacerdote Don Saverio De Marco, Gesuita.
Ne volle distribuire le copie gratuitamente, "affinchè si abbia un altra memoria dell'amor tenerissimo che egli porta alla Chiesa Cattedrale di Otranto, nella quale fu canonico curato, Vicario Generale e Vicario Capitolare".
Comincia così questo libretto:
"Correva l'anno di nostra salute 1480. Regnava in Napoli il primo de' Ferdinandi, secondo re della stirpe aragonese, figliuolo di Alfonso I. Governava la Chiesa il Pontefice Sisto IV. Ferdinando di spirito guerriero ed intraprendente non era pago di goder in tranquillità il suo fioritissimo Regno; il perchè teneva impegnate le sue truppe in Toscana contro i Fiorentini, sotto la condotta di Alfonso suo primogenito. I potentati d'Europa, gelosi dei propri stati, miravan con occhio livido i progressi delle armi aragonesi fuori del Regno. Che però, con mal intesa politica, per arrestarne il corso, invitarono Maometto II, famoso conquistatore di regni, a far invasione negli stati di Ferdinando".
E continua:
"Non facea mestieri di sprone, perchè Maometto, avvezzo alle guerre ed alle conquiste, accettasse l'invito. Ordinò tosto uno strepitoso armamento nella Valona di 200 navi di taglio diverso, su le quali furono imbarcati diciottomila combattenti tra fanti e cavalieri.  Alla condotta dell'esercito destinò Acmet,  uomo bellicoso e feroce, il quale indirizzò le prore verso Brindisi. Un gagliardo vento settentrionale arrestò il corso alla grande armata, e feci sì che il comandante , affin di non consumare inutilmente il tempo ondeggiando per l'Adriatico, prendesse il partito d'impadronirsi di Otranto, città men forte e men difesa di Brindisi."
Dopo aver cinto d'assedio la città, Acmet spedì un araldo ad intimare la resa: se si fossero convertiti a Maometto non sarebbero stati attaccati. E se temevano il tradimento, le truppe si sarebbero allontanate in mare aperto. E così fecero. Ma gli Otrantini risposero giurando fedeltà a Cristo e al loro sovrano. E "fu a tutti intimata pena capitale, se mai taluno muovesse trattato di resa".
Il Pascià tentò  una seconda ambasciata, tentando di occupare simbolicamente una sola piazza, "ché  a lui parea non meritar la pena di un formale assedio". Ma gli otrantini trafissero l'araldo ambasciatore.
"Quanto perciò ne smaniasse il Pascià, ognun s'intende".
La città fu cinta d'assedio e cominciarono gli assalti. Prima ad Otranto e poi per tutto il regno.
Quel che accadde ad Otranto è ben noto: 800 teste mozzate in onore della Fede. Oltre a loro, furono innumerevoli le vittime di queste atrocità.
A volte, però, accadde che i fatti andarono diversamente, e numerose vite furono risparmiate.
Ne è un esempio il fatto avvenuto ad Acquarica di Lecce, nei pressi di una rudimentale Cappella in cui era custodita un'icona con l'immagine della Vergine, conosciuta come  "Madonna del Buon Consiglio".
In una delle incursioni apparve all'improvviso una luce intensa ed accecante, da cui emerse una misteriosa Signora vestita di azzurro, con la mano alzata e minacciosa e, negli occhi, un'espressione terribile e severa.
Alle sue spalle una nebbia fitta e impenetrabile proteggeva il paese e i suoi abitanti.
Davanti a quella incredibile visione i turchi si arrestarono e, terrorizzati, fuggirono via.

Per la tradizione di Acquarica si rimanda al sito http://www.acquaricadilecce.it/acquarica/san-gregorio-nazianzeno-madonna-del-buon-consiglio

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